Abbiamo recentemente raccontato le grandi linee di Food is Culture: un progetto che porta avanti un’interessante riflessione sull’identità e sulla diversità europee, promuovendone il valore e l’unicità attraverso azioni di salvaguardia e sensibilizzazione su patrimonio, tradizioni enogastronomiche e slow food.
Un linguaggio innovativo e profondo per una tematica a volte troppo quotidiana, a volte troppo banalizzata dai mass media per suscitare un’autentica riflessione sul valore culturale del cibo.
Elisa Peirone (ufficio progetti e relazioni internazionali di Slow Food) ci racconterà le tappe nelle quali la loro idea di progetto è stata sviluppata, articolata e si sta realizzando.
Raccontateci la vostra idea: com’è nata? In cosa consiste e perché è diversa dalle altre? Con quale gruppo od organizzazione l’avete realizzata?
Il progetto riprende un’idea che Slow Food realizza da 25 anni: l’Arca del Gusto, un catalogo online che salvaguarda e valorizza in Europa e nel mondo prodotti, produzioni e tecniche che stanno scomparendo. Un vero e proprio patrimonio che, in tutto il mondo e in particolare in Europa, esprime appartenenza e identità culturale; è frutto di migliaia di anni di migrazioni, mescolanze e contaminazioni; è fatto di storie, culture e riti che è necessario tutelare e valorizzare.
Di qui la volontà di cambiare registro e adottare il linguaggio dell’arte, il codice più universale e più adatto per trasmettere la ricchezza delle culture europee.
Questo “sconfinamento” in un settore poco usuale per Slow Food è andato di pari passo con lo sviluppo di nuove partnership con “addetti ai lavori” del settore dell’arte e della cultura: un passaggio fondamentale per il primo pilastro del progetto, la realizzazione di un’opera multimediale su cibo e patrimonio culturale europeo che quest’anno girerà per i musei d’Europa. Ma anche per aprirsi efficacemente a mondi e ad attori non tradizionalmente associati al settore enogastronomico: il mondo della cultura, dell’arte, della scuola e delle organizzazioni di migranti.
Attraverso quale linea di fondi europei avete finanziato il vostro progetto?
Il progetto Food is Culture è finanziato dal Programma Creative Europe (sottoprogramma Cultura), nell’ambito di una call specifica per progetti legati all’Anno europeo del patrimonio culturale. È stato co-finanziato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Quali sono le difficoltà principali che avete incontrato nella presentazione del progetto?
La parte più difficile è stata trovare e riunire i partner, vari e di alto livello, intorno alla nostra idea progettuale. Si tratta di un aspetto fondamentale nell’ambito dei progetti europei, che devono essere portatori (oltre che della capacità tecnica dei proponenti) di una dimensione transnazionale e di un valore aggiunto per tutto il territorio europeo.
Il reperimento e la gestione della partnership è un’attività che richiede molte energie e una grande capacità di dialogo, in particolare considerando che per Slow Food si è trattato della prima esperienza in questo settore e in un progetto finanziato da Europa Creativa.
Ma è stata un’attività necessaria per avvicinarsi a questo nuovo settore e per “parlare nuovi linguaggi” nell’ambito della missione storica di Slow Food. A pensarci bene, il percorso che ha condotto a questa partnership, e la partnership stessa, sono i principali elementi di crescita di cui beneficiamo grazie alla partecipazione al progetto.
Cosa vi è stato più d’aiuto in fase di preparazione del progetto europeo, e cosa consigliereste a chi vuole finanziare un suo progetto con fondi europei?
Il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo è stato particolarmente importante: la sua iniziativa RisorsEuropa ha contributo alle spese di progettazione e ha sostenuto direttamente il progetto attraverso un cofinanziamento, necessario nell’ambito dei programmi europei.
Anche i laboratori e gli incontri specifici, parte delle azioni previste da RisorEuropa (che include tra le sue risorse anche la vostra Guida) sono molto utili per chi si avvicina all’attività di europrogettazione o a un nuovo programma europeo. È indispensabile sapere di poter contare su questo tipo di su aiuto e supporto quando ci si lancia nell’avventura della presentazione di un progetto.