Ogni anno più di 3 milioni di biciclette vengono rubate in Europa. Solo in Italia 350.000, per un volume d’affari che si aggira attorno ai 100 milioni di euro.
Al furto della propria bicicletta c’è chi reagisce con rassegnazione, acquistandone una nuova; o al più indagando, tra i mercatini e gli annunci dell’usato, sulla sua scomparsa.
Ma c’è anche chi ha trasformato la propria sfortuna in un’opportunità, pensando e realizzando un antifurto con GPS integrato per conoscere in ogni momento la posizione della propria due ruote.
Nell’ultima categoria rientrano Pierluigi Freni, Francesca Manna, Marzia Testa e Nathalie Biolcati, i ragazzi che hanno partecipato all’edizione 2014 del bando Talenti per l’Impresa promosso dalla Fondazione CRT, creando una startup per sviluppare la propria idea anche attraverso un finanziamento comunitario.
Scopriamo assieme in questa intervista il loro progetto, Sherlock Antifurto GPS!
Raccontateci la vostra idea: com’è nata? In cosa consiste e perché è diversa dalle altre? Con quale gruppo od organizzazione l’avete organizzata?
Sherlock è un antifurto GPS per bici. L’idea è nata da un furto di bici e dal senso di impotenza generato dal veder sparire qualcosa a cui tieni. Il dispositivo che abbiamo creato ti permette di sapere dove si trova la tua bici in ogni momento, risultando però completamente invisibile una volta installato.
La nostra soluzione è il frutto del lavoro di un affiatato team italiano, nato durante il progetto Talenti per l’Impresa di Fondazione CRT, e siamo oggi costituiti come startup innovativa.
Attraverso quale linea di fondi europei avete finanziato il vostro progetto?
L’avvio della nostra iniziativa è stato finanziato dal progetto europeo frontierCities (FI-PPP under FP7), che ci ha permesso di portare a termine le attività di sviluppo e avviare quelle commerciali.
Quali sono le difficoltà principali che avete incontrato nella presentazione del progetto?
Sicuramente la presentazione di un progetto europeo richiede un notevole impegno per la stesura della proposta, che dev’essere dettagliata e coerente con l’ambito di applicazione della call, e per affrontare la parte burocratica di gestione e rendicontazione.
Cosa vi è stato più di aiuto in fase di preparazione del progetto europeo, e cosa consigliereste a chi vuole finanziare un suo progetto con fondi europei?
Un guida per orientarsi nella vasta offerta di call bandite dalla Commissione Europea è un grande aiuto per iniziare.
Soprattutto perché talvolta si snatura un progetto per rientrare all’interno di un bando europeo. Non è l’approccio corretto. Bisogna invece trovare la call che è in linea con la naturale evoluzione del proprio progetto e può realmente fare la differenza.
Avete anche voi una storia di progettazione europea di successo che desiderate raccontare? Condividetela sul blog o sulla pagina Facebook ufficiale della Guida all’Europrogettazione!