Approfondiamo la “storia” di T-Space con una doppia intervista. Simonetta e Irene ci raccontano ora il loro percorso e la loro esperienza nell’ambito dell’Europrogettazione.
Europea è la prima serie podcast di Guida all’europrogettazione, disponibile con un episodio a settimana su tutte le piattaforme audio free. Ogni puntata è dedicata a un luogo, a una dimensione cittadina, locale, di quartiere e al suo percorso per inserirsi nel più ampio contesto europeo partendo da bisogni comuni e metodi innovativi per farvi fronte.
Approfondiamo la “storia” di T-Space con una doppia intervista: parleremo con Simonetta Bruno, progettista e responsabile del progetto presso il Centro Formazione Professionale Cebano Monregalese, e con Irene Miletto, referente del settore educazione della Fondazione CRC. Nel podcast appena uscito la loro voce ci ha guidati attraverso la storia del progetto, la loro concezione di “talento” e il loro approccio all’orientamento precoce. Simonetta e Irene ci raccontano ora il loro percorso e la loro esperienza nell’ambito dell’Europrogettazione.
Attraverso quale percorso vi siete avvicinate ai fondi europei e all’europrogettazione?
Simonetta Bruno:
Lavoro nel settore della progettazione formativa dal 2008 e come agenzia formativa da sempre partecipiamo a bandi regionali e nazionali. Abbiamo sempre guardato alla progettazione europea come ad un mondo distante dalla nostra piccola realtà fatta di attività piccole, concrete e circoscritte. Di fatto, però, l’ambizione di partecipare a progettazioni europee si è fatta sempre più presente.
Il primo progetto a cui abbiamo partecipato era nell’ambito della mobilità, dell’orientamento e del programma Alcotra; con un’altra collega ho vissuto una bellissima esperienza a Chambery dove abbiamo preso contatti con una scuola superiore che un sistema di tutoraggio dei ragazzi decisamente innovativo.
Successivamente ci siamo avvicinati a progetti di mobilità Erasmus per i nostri ragazzi ed abbiamo vissuto l’emozione di vedere i nostri studenti ritornare dalle loro esperienze all’estere trasformati, più sicuri e consapevoli delle loro potenzialità soprattutto dal punto di vista della sicurezza personale.
Nel 2016 e nel 2020 sono arrivati i primi progetti finanziati sempre dal programma Erasmus che ci hanno visto nel ruolo di capofila di 2 raggruppamenti di 5 partner su un tema a noi molto caro come l’orientamento scolastico.
Abbiamo successivamente aderito in qualità di partner ad altri progetti sul programma Erasmus+, Central Europe e Creative Europe; il volume di lavoro è cresciuto ed ora abbiamo 2 persone all’interno del nostro staff che si dedicano alla progettazione europea ed alla gestione di progetti internazionali.
Irene Miletto:
Sono referente del settore educazione della Fondazione CRC e responsabile del Rondò dei Talenti, un polo educativo innovativo che, insieme agli attori del territorio, opera a servizio dei ragazzi.
Di fatto sono tornata ai fondi europei e all’europrogettazione: ho seguito un ‘cammino di ritorno’ verso le origini. Dopo la laurea a Torino in Scienze Internazionali e Diplomatiche, sono stata ricercatrice, cooperante in gestione dello sviluppo nei paesi in via di sviluppo, europrogettista e formatrice in project cycle management.
Su quali linee di fondi europei avete avuto l’occasione di lavorare e con quali risultati?
Simonetta Bruno: Come agenzia formativa lavoriamo principalmente su progettazioni legate al programma Erasmus+ perché ci consentono di portare innovazione all’interno del nostro staff di formatori e fra inostri ragazzi.
Al momento siamo in attesa dei risultati di due progetti Erasmus+ – Innovazione presentati come capofila alle agenzie nazionali Indire e Inapp.
In risposta ad alcuni fabbisogni emersi dal territorio, ci siamo dedicati alla gestione di progettualità finanziate dai programmi Central Europe, Creative Europe e Alcotra. In particolare sul programma di cooperazione Italia-Francia abbiamo predisposto una progettualità per due comuni della nostra area, il cebano che non è stata finanziata, ma che intendiamo ripresentare alla prossima scadenza.
In questo ultimo periodo, inoltre, stiamo analizzando nuovi programmi come Citizens, Equality, Rights and Values (CERV) e FSE+ – Componente Occupazione e Innovazione sociale (EaSI).
Irene Miletto:
Nel mio percorso, ho lavorato su linee arcaiche di fondi europei, in particolare su iniziative dirette come Equal e l’inclusione lavorativa delle fasce deboli e delle donne. Ho lavorato come progettista e come assistenza tecnica per applicare il PCM ai progetti in modo autentico e vicino alla teoria: dalla creazione degli alberi dei problemi, agli obiettivi, alla scelta strategica…
Dopo alcuni anni sono tornata sui fondi Europei con Erasmus+, dalla dispersione scolastica all’orientamento.
Quali sono le difficoltà principali che incontrate nella presentazione dei progetti?
Simonetta Bruno:
Le difficoltà principali sono quelle che appartengono a tutti i progetti di grandi dimensioni e sono legate alla costruzione dei partenariati e alla stesura di progetti solidi e coerenti.
La ricerca dei partner internazionali è sempre un momento delicato nella predisposizione di un progetto perché si tratta non solo di individuare enti o scuole disponibili alla collaborazione, ma anche di costruire una relazione di condivisione di intenti e di fabbisogni. Gli incontri in fase di progettazione sono fondamentali ed è necessaria estrema chiarezza di comunicazione nella presentazione di proposte di attività; è una fase di costruzione delicata che spesso occupa molto tempo nel momento della progettazione ed è necessario che sia ben presidiata per non creare malintesi o incomprensioni.
La stesura del progetto si svolge in parallelo alla fase di composizione del partenariato e prevede un’ottima conoscenza del bando e delle regole progettuali. Altra criticità risiede anche nella capacità di scrittura dei vari formulari che spesso richiedono chiarezza, incisività, sintesi e innovazione. Un bel mix di elementi che spesso si condensa in pochi caratteri e in campi con ampiezza di caratteri limitata!
Irene Miletto:
Purtroppo i tempi e le necessità pratiche degli enti non permettono di applicare tutti i metodi di analisi e definizione progettuale che sarebbe bello e poetico seguire.
È inoltre un po’ difficile volare alto e con entusiasmo e passione nei progetti internazionali e poi dover rientrare a casa e far comprendere cosa esiste al di là del proprio campanile.
Inoltre, essere molto territoriali ha aspetti negativi e positivi. Da un lato portare le esperienze internazionali in contesti molto chiusi e locali non è semplice. Dall’altra arrivare a dialogare con il piccolo comune di pianura di esperienze internazionali è galvanizzante.
Cosa vi è più di aiuto in fase di preparazione dei progetti europei?
Simonetta Bruno:
In fase di presentazione di progetti è molto consigliata la lettura della Guida all’europrogettazione che permette di avere informazioni sui bandi e sui programmi in modo semplice e aggiornato; il linguaggio semplice e intuitivo avvicina ai vari materiali, agli strumenti, alle idee e alle esperienze. Altri strumenti fondamentali sono le guide ai programmi che chiariscono obiettivi e modalità di presentazione; molto importanti sono anche gli incontri di presentazione dei vari programmi perché consentono un contatto diretto con i referenti dei programmi e permettono una conoscenza migliore dei temi possibili da affrontare. Negli incontri di contatti, spesso è possibile anche conoscere partner di progetto disponibili alla collaborazione.
Irene Miletto:
Trovo molta poesia nella teoria pura del PCM. Nel presentare progetti è difficile fare comprendere che esiste questa poesia creativa e progettuale nel metodo del PCM: è un linguaggio unico che va compreso al di là dei diversi termini usati dai diversi enti (project propose, scopo, obiettivo specifico, …).
Grazie ai riferimenti della guida all’Europrogettazione è possibile mostrare e condividere alcuni diagrammi e alcuni passaggi del metodo per comprendere il senso e trovare lo stesso linguaggio.
Il mio professore di progettazione economica diceva che scrivere un progetto è semplice: basta saper scrivere. Io aggiungo che serve conoscere la stessa lingua o trovare una mediazione tra enti che progettano per sognare e scrivere insieme.
Cosa consigliereste a chi vuole presentare un progetto con fondi europei?
Simonetta Bruno:
Il mondo della progettazione europea è molto complesso, credo sia molto importante formarsi dal punto di vista tecnico prima di affrontare la stesura di un progetto.
L’aspetto fondamentale è quello di avere un’esigenza che possa essere forte e ben declinabile in obiettivi ed azioni. Poi devono subentrare gli strumenti che aiutano a progettare.
La Guida all’europrogettazione è il primo strumento da consultare perché serve a comprendere alcuni punti fondamentali nella fase di adattamento dell’idea al programma.
Sono necessari poi gli strumenti tecnici messi a disposizione dai vari settori ed agenzie che si occupano dei bandi.
Penso che la progettazione europea sia un percorso di apprendimento: non sempre un progetto viene finanziato alla prima presentazione e, in molti casi, è utile partire dalla revisione dei propri errori contattando i referenti delle valutazioni per cercare di migliorare.
L’ascolto e la costanza nel cercare il miglioramento sono gli elementi fondamentali per predisporre un buon progetto.
Irene Miletto:
Per presentare progetti suggerisco di comprendere bene la differenza tra obiettivi da raggiungere e azioni da implementare, e essere sicuri di voler portare un miglioramento nella vita dei beneficiari.
Suggerisco di partire dai problemi reali dei beneficiari, parlarne con tutte le persone coinvolte e dare ordine. Trovare obiettivi e strategie di azione insieme a chi è coinvolto e, solo dopo, calare le idee di azione. I progetti che hanno come obiettivo creare azioni e non migliorare la vita dei beneficiari sono vuoti e autoreferenziali.