Riprendiamo la nostra rassegna dedicata agli attori che promuovono l’Europa a livello locale con un nuovo approfondimento sui centri Europe Direct. Oggi parliamo del centro Europe Direct di Cuneo, che serve un’area molto vasta del territorio piemontese.
La scelta non è casuale: i centri Europe Direct non sono tutti uguali. Come già ricordato, tutti i centri hanno un coordinamento e una missione comune, ma ognuno ha una propria vocazione specifica, un proprio piano d’azione, un territorio di riferimento e una storia. La stessa costituzione di un centro Europe Direct è vincolata all’approvazione di un progetto specifico, in risposta a un bando europeo.
La storia del centro Europe Direct di Cuneo è molto recente: è iniziata nell’estate del 2017, con la risposta al bando per il rinnovo della rete dei centri per il periodo 2018-2020. L’attività vera e propria è iniziata nella primavera del 2018, ma già ci porta molte esperienze interessanti e una particolare freschezza nell’avvicinarsi a cittadini, studenti, imprese, enti e associazioni del territorio piemontese.
Scopriamo la sua storia grazie al racconto di Francesca Cavallera, che l’ha accompagnata e fatta crescere in questi anni, insieme a Francesca Attendolo e al Responsabile dell’Ufficio, il Dirigente Bruno Giraudo.
Che cos’è per voi l’Unione europea? In che modo ve ne sentite parte attiva?
La nostra storia è recente, ma siamo ben consapevoli dell’importanza e della difficoltà del parlare di Unione europea. Non è sempre un racconto lineare e divertente: ma diventa bello, affascinante e arricchente nel momento in cui lo si trasmette con il linguaggio del territorio e in risposta alle esigenze del territorio.
C’è una sostanziale corrispondenza tra la nostra ragion d’essere, il nostro modo di vedere l’Unione europea e ciò che ce ne fa sentire parte attiva.
Per noi l’Unione europea rappresenta innanzitutto un moltiplicatore di opportunità e una presenza vicina ai cittadini. Questo è anche il nostro ruolo: portare sul nostro territorio le opportunità offerte dall’Unione europea e mostrare ai cittadini – con il linguaggio dei cittadini – quanto l’Unione europea ci sia vicina nella vita di tutti i giorni.
Il nostro centro assimila al massimo questo concetto, perché serve una popolazione dalle esigenze molto varie, diffusa su un territorio molto vasto: non limitato alla provincia di Cuneo, che già da sola è tra le province più grandi d’Italia. In quanto tale, il nostro è un centro particolarmente “territoriale”, oltre ad essere tra i più centri più giovani d’Italia.
Tutta la nostra attività è portatrice di questa visione. Ad esempio, il centro ha realizzato il progetto “Dialoghi transfrontalieri Italia-Francia”, in partnership con i centri Europe Direct di Piemonte, Valle d’Aosta e Auvergne-Rhône-Alpes. Gruppi di lavoro composti da studenti maggiorenni, sindaci del territorio, rappresentanti delle associazioni di categoria e delle Camere di Commercio si sono incontrati in città diverse per parlare del funzionamento delle istituzioni comunitarie, del budget dell’UE e del ruolo del Parlamento Europeo, insieme a dei rappresentanti delle istituzioni comunitarie.
È stato un modo per creare opportunità che non esistevano: mai soggetti così diversi e lontani si sarebbero incontrati per scambiare opinioni su un tema di cittadinanza comune. È stato un modo per portare le istituzioni europee a diretto contatto con la cittadinanza; ed è stato anche un modo per promuovere la cittadinanza in quanto vero motore dell’Unione europea, aldilà delle istituzioni. Un piccolo seme (250 persone) per far crescere l’opinione pubblica europea sul territorio. Un seme che ogni partecipante porterà nel suo specifico contesto.
Il progetto è stato ripreso anche in altri contesti transfrontalieri (ad esempio, tra Sicilia e Malta e tra Veneto e Slovenia) ed è alla base della partecipazione del Piemonte all’iniziativa “l’Europa nella mia Regione”, che ha lo scopo di valorizzare l’azione dell’UE e coordinare le reti che parlano di Europa su un determinato territorio.
Qual è il vostro pubblico di riferimento? Qual è il vostro territorio di riferimento?
Nell’ambito della nostra missione ci rivolgiamo a tutti i cittadini, senza distinzioni. Ci rivolgiamo ad esempio:
- A singoli cittadini curiosi o bisognosi di approfondire una determinata tematica di interesse europeo, o a imprese, enti e associazioni interessate a informazioni pratiche sull’accesso ai fondi europei e sul loro uso corretto;
- Alle scuole, uno dei soggetti con cui i centri collaborano più spesso, dalle scuole per l’infanzia, passando per tutti i livelli di istruzione, fino all’università e alle scuole per adulti – e oltre (anche l’UNITRE è tra i nostri sostenitori);
- Al grande pubblico, a tutti i cittadini e organizzazioni del territorio potenzialmente interessati ad azioni di “educazione civica europea”. Il triennio trascorso (2018-2020) è stato caratterizzato da molte azioni in questo senso, in accompagnamento alle elezioni europee del 2019.
La presentazione del nuovo bando per continuare la nostra attività sul quinquennio 2021-2025 è stata un’occasione per ripensare e approfondire ulteriormente il contatto con il nostro territorio e pubblico di riferimento. Più di 30 soggetti (i più disparati) hanno sostenuto la nostra candidatura: la sede locale dell’Università, l’aeroporto di Levaldigi, la Camera di Commercio, Fondazione CRC e moltissime associazioni e fondazioni locali.
Anche dal punto di vista territoriale abbiamo ulteriormente rafforzato la nostra missione, che non si rivolge soltanto alla Provincia di Cuneo ma a tutto il Sud-Ovest del Piemonte – un’area molto vasta e complementare a quella coperta dai centri Europe Direct di Torino e di Vercelli.
È una missione che sentiamo come molto importante: avremo a marzo una risposta sulla nuova candidatura!
In quali modi fornite il vostro supporto? Quali strumenti e risposte siete in grado di fornire?
L’attività dei centri Europe Direct è tradizionalmente un’attività di sportello, ovvero vengono ricevuti e assistiti i soggetti interessati – e gestite le richieste di informazione provenienti dal nostro variegato pubblico di riferimento. Ovviamente in “epoca Covid” lo sportello è sempre più virtuale che fisico, con assistenza fornita prevalentemente per via telefonica, telematica e via e-mail.
Riceviamo ovviamente molte richieste da parte di aziende interessate a fondi e finanziamenti europei per sviluppare le loro capacità e ampliare la loro attività (il settore sport, fitness, salute e benessere è stato recentemente particolarmente attivo); e richieste nello stesso senso da parte di enti e associazioni.
L’Unione europea è promotrice e cofinanziatrice del centro, dunque la nostra attività di assistenza beneficia di un “filo diretto” con le istituzioni comunitarie: con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia (il nostro interlocutore principale) e con i funzionari specializzati nelle varie materie su cui ci vengono richieste informazioni e assistenza.
Tuttavia l’orientamento del nostro e di altri centri è quello di andare direttamente verso la cittadinanza. Non limitarsi a restare a disposizione per informazioni e assistenza, ma dirigersi direttamente ai bisogni della cittadinanza e del territorio con attività, eventi e iniziative mirate. Restiamo in ascolto per rispondere al meglio alle necessità del momento in modo creativo e innovativo. Ad esempio, un recente convegno-webinar ha affrontato il tema dello smart working in prospettiva europea, con un focus sulle donne lavoratrici e con la presenza di una funzionaria della Commissione europea esperta in materia.
Insomma per quanto le persone vengano a cercarci, il nostro obiettivo è innanzitutto andar loro incontro! Il “filo diretto” con le istituzioni comunitarie ci permette di avere spesso a disposizione per i nostri eventi funzionari europei esperti nelle varie materie. Potete seguire tutta la nostra attività sulle pagine Facebook, Twitter e Instagram del centro.
Organizziamo molte attività nelle scuole e distribuiamo materiale informativo e didattico gratuito. A volte anche da una piccola attività, come una semplice distribuzione di materiali, possono nascere grandi sorprese. Ad esempio, un giorno una scuola media ci ha richiesto materiale informativo e, dopo un po’ di tempo, un’ora da dedicare agli studenti. In quest’ora abbiamo assistito ad una bellissima presentazione dell’Unione europea fatta con diverse modalità creative: supporti audiovisivi, giochi e interviste alla cittadinanza, esibizioni musicali con vari strumenti e varie interpretazioni dell’inno europeo. Interpretazioni splendidamente realizzate, poiché l’istituto include classi con specializzazione musicale.
È stato un momento molto emozionante. Abbiamo visto in un’ora una piccola Europa che cresce.
Cosa consigliate a un’organizzazione o persona che desidera partecipare a un progetto europeo?
La prima cosa che consigliamo è senz’altro informarsi: non sottovalutate l’avventura della preparazione e della gestione di un progetto europeo, che è sovente più complessa di quello che si immagina.
Infatti l’Unione europea non è “un bancomat”: non si può richiedere un finanziamento senza dimostrare la solidità della proposta e la capacità del soggetto proponente. I fondi europei mettono a disposizione finanziamenti anche consistenti, ma richiedono giustamente progetti di qualità, ben allineati sulle priorità richieste e gestiti in modo massimamente efficace e trasparente. Questo richiede un grande lavoro sia al momento della richiesta dei fondi sia al momento della loro rendicontazione. È vero che tale lavoro può essere in alcuni casi un ostacolo, ma è anche una garanzia di serietà nella concessione dei finanziamenti.
Siamo anche noi lettori della vostra Guida: la vostra opera di sensibilizzazione su questi temi è molto importante.
Due aspetti ci sembrano particolarmente spinosi, nella nostra esperienza di supporto sul territorio su questi aspetti:
- la ricerca di partner europei con cui condividere idee progettuali e sviluppare un progetto (in particolare per i progetti a gestione diretta). In questo, il centro Europe Direct può contare su una rete di 450 centri in Europa, attraverso la quale possiamo attivare colleghi europei nella ricerca di partner;
- la rendicontazione, che è una parte della gestione del progetto che necessita di particolare precisione e attenzione. È opportuno organizzare il lavoro di rendicontazione prima dell’avvio del progetto, per evitare problemi in itinere (aspetto abbastanza frequente nelle richieste al centro).
Potete raccontarci un’esperienza di vostro supporto particolarmente significativa?
Abbiamo voluto raccontare la nostra esperienza con qualche esempio già nei punti precedenti. Ne citiamo ancora due che ci sembrano interessanti.
La prima, di particolare attualità. L’educazione civica europea è stata introdotta nei programmi scolastici fino al 2° grado, ma ancora non tutti gli insegnanti dispongono di competenze approfondite sul funzionamento delle istituzioni comunitarie. Il progetto Cantieri di Cittadinanza (realizzato in collaborazione con l’Associazione APICE di Cuneo) offre agli insegnanti gli strumenti e la formazione per affrontare l’insegnamento in aula dell’educazione civica europea.
Il progetto ha avuto un percorso difficile, perché sarebbe dovuto iniziare a marzo, poi stato sospeso a causa delle limitazioni dovute al Covid-19 ed è ripreso a ottobre, con materiali adattati alla didattica a distanza. Cerchiamo in questo di aiutare gli insegnanti nella difficile gestione didattica di questo periodo, oltre che nella materia specifica.
In questo possiamo beneficiare di risorse e materiali online sempre più efficaci forniti dalla Commissione europea e dalle altre istituzioni comunitarie, come ad esempio quelle del “Learning Corner” espressamente dedicato agli insegnanti.
La seconda, riguarda un’azione dell’UE relativamente poco conosciuta, ma che può offrire molte opportunità ai giovani, l’Erasmus per giovani imprenditori (parte del programma COSME).
Un ragazzo (non più studente), interessato ad approfondire le sue capacità nell’ambito della digitalizzazione e dell’innovazione con un’esperienza all’estero, ha potuto vivere un’esperienza stimolante (da cui speriamo, potranno nascere nuove opportunità e magari una nuova impresa) in un incubatore di start-up di Parigi.
È un altro esempio di come il supporto di Europe Direct può aprire nuove opportunità, che in alcuni casi rappresentano una vera e propria svolta per i nostri beneficiari. È anche un invito, soprattutto ai giovani, a restare informati e aperti a tutte le opportunità che l’Europa può offrire!