Oltre ai suddetti obiettivi, la programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali e Rurali presenta alcune caratteristiche particolari che segnano un cambiamento rispetto ai precedenti periodi di programmazione. Queste caratteristiche hanno valore generale, per tutta l’Unione europea, e si ripercuotono di conseguenza sulle singole programmazioni nazionali.
La politica di coesione presenta una distinzione tra tre tipologie di regioni, simile a quella attuata nel precedente periodo di programmazione, pur con alcune differenze nei criteri applicati. Ogni tipologia di regioni è destinataria di un distinto trattamento in termini di cofinanziamento fornito e di concentrazione tematica (obbligatoria) nell’allocazione delle risorse:
- Regioni più sviluppate (PIL pro capite superiore al 100% della media UE): cofinanziamento 40-50%, concentrazione delle risorse 85% obiettivo 1+2 e 30% obiettivo 2;
- Regioni in transizione (PIL pro capite tra il 75% e il 100% della media UE): cofinanziamento 60-70%, concentrazione delle risorse 40% obiettivo 1 e 30% obiettivo 2;
- Regioni meno sviluppate (PIL pro capite inferiore al 75% della media UE): cofinanziamento 85%, concentrazione delle risorse 25% obiettivo 1 e 30% obiettivo 2.
Sempre nell’ambito della politica di coesione, sono state attuate varie misure volte a semplificare e a rendere più efficace e flessibile l’accesso ai fondi. In particolare, è stato introdotto un regolamento unico per ben otto fondi (gestiti in tutto o in parte in modalità indiretta, ovvero condivisa): FESR e Fondo di Coesione, FSE+, Fondo per una transizione giusta, FEAMPA, Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, Fondo per la Sicurezza Interna e Strumento per la gestione delle frontiere e dei visti. Inoltre, le regole sono state semplificate per quanto riguarda i processi di finanziamento, segnalazione, controllo, approvazione e audit.
Come nel precedente periodo di programmazione, esistono due utili strumenti per restare aggiornati sull’avanzamento, sulle realizzazioni e sull’utilizzo dei Fondi Strutturali in Europa, in Italia e nella propria regione:
- La piattaforma CohesionData (per informazioni a livello europeo, ma con un buon livello di dettaglio: regionale, tematico, per fondo e per programma operativo);
- La piattaforma OpenCoesione (per informazioni a livello italiano, con un livello di dettaglio molto alto: regionale, tematico, per fondo, per programma operativo, per intervento e per beneficiario).
Per quanto riguarda la politica agricola comune, come già ricordato, l’attuale regolamento prevede una fase transitoria di gestione della PAC e del FEASR per gli anni 2021 e 2022, e il lancio operativo di una “nuova PAC” a partire dal 2023. La “nuova PAC” prevede in particolare la focalizzazione su nove obiettivi-chiave e l’elaborazione di piani strategici nazionali della PAC, per integrare in una sola visione strategica (in linea con i suddetti nove obiettivi e le tipicità e i bisogni di ogni Paese) le misure di sostegno al reddito, le misure di mercato e lo sviluppo rurale.
La “nuova PAC” sembra dunque portare verso un maggior parallelismo tra fondi rurali e fondi strutturali, nella misura in cui per entrambi sono previsti piani nazionali per la gestione globale dei fondi (i piani strategici nazionali della PAC da un lato, gli accordi di partenariato dall’altro) e le sovvenzioni del FEAGA vengono fatte rientrare in un piano strategico comune.
Tra le novità comuni a tutti i fondi a gestione indiretta (o condivisa) ne ricordiamo due particolarmente evidenti:
- Il perseguimento di un più coerente impegno “verde”, “a zero emissioni”, “digitale” e “sociale”: si tratta di grandi priorità dell’UE che emergono chiaramente tra gli obiettivi di tutta la programmazione di questo settennio;
- Il ruolo dello Strumento per la Ripresa (detto anche “Recovery Instrument”, “Recovery Package”, “NextGenerationEU” o “NGEU”) nel rafforzare, con contributi finanziari addizionali, la portata e l’impatto dei fondi strutturali e rurali esistenti, così come di alcuni fondi a gestione diretta, con l’obiettivo di rispondere alla crisi indotta dalla pandemia nei diversi ambiti d’intervento dell’Unione europea.