La Corte dei Conti ha pubblicato la prima relazione sul PNRR: abbiamo selezionato per voi i contenuti-chiave.
Un documento corposo e importante per capire il PNRR
La Corte dei Conti ha da poco pubblicato la Prima relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). È un documento corposo (381 pagine), ancora in parte provvisorio poiché, trattandosi del primo rapporto e del primo anno di esecuzione, non tutte le informazioni sono disponibili. Fornisce tuttavia, forse anche per questo, molte informazioni interessanti di carattere strutturale, che permettono di capire in modo più specifico le modalità di funzionamento del PNRR.
Abbiamo cercato di trarne i punti principali e appunto più “strutturali”, soprattutto nell’ottica di chi lavora sui progetti europei. Li abbiamo organizzati in tre sezioni:
- A. Il messaggio di fondo del report e il nodo della capacità di assorbimento (già affrontato in altri nostri interventi);
- B. I dati di sintesi del rapporto, che aiutano la comprensione del PNRR, con informazioni quantitative e commenti;
- C. Una panoramica degli interventi più rappresentativi di ogni missione (spiegazione delle “grandi linee” del PNRR ripresa testualmente dal rapporto).
Approfondiremo nel prossimo post le prospettive specifiche degli enti del Terzo Settore.
I messaggi di fondo
Valutazione complessiva e capacità di assorbimento
Una estrema sintesi del rapporto è disponibile nel comunicato stampa della Corte dei Conti, che conferma che “L’attuazione sta procedendo senza particolari ritardi”; ma che sottolinea anche come sia fondamentale, tra altre cose “una elevata capacità progettuale in grado di assistere e guidare i soggetti attuatori” e come sia ancora limitata “la disponibilità di strutture tecniche a sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali”.
Come abbiamo sostenuto in altre occasioni, è un momento storico in cui le capacità di progettare influiscono in modo significativo sulle prospettive di sviluppo del nostro paese, sia a livello centrale (soggetti attuatori) che decentralizzato (amministrazioni territoriali). Questo concetto, riconducibile alla cosiddetta “capacità di assorbimento”, viene reiterato in alcuni importanti punti nella parte finale del rapporto:
“La complessiva disponibilità offerta dagli strumenti finanziari integrati dell’Unione europea se da una parte rappresenta “l’abbrivio alla crescita” e quindi ad un virtuoso percorso dell’economia dell’Unione, dall’altra costituisce una sfida per l’Italia. La resilienza di ciascun paese membro dipenderà anche dalla capacità di assorbimento dei fondi NGEU, in tempi relativamente brevi. Le dotazioni disponibili sono infatti rappresentate oltre che dai Fondi NGEU, anche dalle rimanenti dotazioni del QFP 2014-2020 e del nuovo QFP 2021-2027”.
La necessità di un “cambio di mentalità”
La stessa sezione del rapporto chiarisce come il PNRR e il Recovery Instrument richiedano un vero e proprio cambiamento di mentalità in termini di concezione e monitoraggio dei progetti: essi infatti applicano “un regime di condizionalità (definita anche “aggravata”)” riferita “non più alla dimostrazione delle spese effettuate, come per i Fondi SIE [ovvero, per i Fondi Strutturali] ma ai risultati raggiunti, il che comporta una particolare attenzione sia alla fase di progettazione sia all’effettiva realizzazione degli steps degli interventi ed alla loro tempistica”. Il concetto di “assorbimento” non va soltanto pensato nei termini (già problematici per l’Italia) di utilizzo delle risorse, ma anche e soprattutto di obiettivi e risultati raggiunti.
Infine, sottolinea il rapporto, nel caso del PNRR una spesa “disutile” non implica soltanto uno spreco di risorse, ma pone il problema ulteriore “di dover ripagare debiti per cui non si sia realizzato, in resi, il ritorno atteso dell’investimento”. E nel caso italiano, “un rischio di inadeguato assorbimento potrebbe potenzialmente derivare anche da alcune delle modalità di costruzione del Piano di Ripresa e Resilienza, caratterizzato da un processo dall’alto verso il basso, tendenzialmente privo di coinvolgimento sub-nazionale nelle fasi di attuazione e valutazione e con la centralizzazione dei più importanti investimenti pubblici”.
Al momento tutto bene dunque: ma l’anno più importante per cogliere le grandi sfide e opportunità del PNRR è proprio quello in corso.
I dati di sintesi che aiutano la comprensione del PNRR
L’analisi della pianificazione del PNRR
Una parte importante del rapporto è dedicata a tabelle di analisi relative alla pianificazione del PNRR e delle somme allocate, in base a vari parametri. Ad esempio:
- Ammontare dei fondi per missione, per anno e per amministrazione titolare;
- Contributo dei fondi del PNRR alle “sfide comuni” (power up, renovate, recharge and refuel, connect, modernise, scale-up, reskill and upskill) per amministrazione titolare;
- Contributo dei fondi del PNRR agli “obiettivi trasversali” (giovani, divari territoriali, parità di genere, non arrecare danno significativo all’ambiente) per amministrazione titolare;
- Contributo del PNRR agli obiettivi più importanti, relativi al clima e al digitale
L’approfondimento sulla governance regionale
Per gli attori locali e della società civile è particolarmente interessante una sezione dedicata alla governance regionale del PNRR, con schede di sintesi per ogni Regione che descrivono composizione e mandato di ciascuna delle strutture regionali dedicate al PNRR.
Invitiamo alla lettura del testo del rapporto e ci concentriamo, a seguire, sui dati strutturali che ci sembrano più interessanti per capire la logica e la modalità di funzionamento del PNRR.
Tipologie di Milestone e Target
Come sappiamo, il percorso del PNRR è contrassegnato da Milestone e Target, ovvero obiettivi intermedi e finali utilizzati per monitorarne l’andamento non soltanto dal punto vista dell’esborso finanziario, ma anche e soprattutto dal punto di vista contenutistico (aspetto fondamentale, come spiegato sopra). L’analisi di Milestone e Target permette di capire realmente “cosa c’è da fare” sul PNRR dal punto di vista delle istituzioni e delle autorità di gestione; e di conseguenza, che tipo di impatto e contributo possiamo aspettarci in termini di progettazione (cfr. Grafico 17, pagina 68 del rapporto).
Milestone e Target normativo-amministrativi | % |
---|---|
Accordi e protocolli d'intesa | 4,6 |
Atti amministrativi | 16,9 |
Normativa governance | 2,7 |
Normativa settoriale | 47,0 |
Semplificazione | 11,0 |
Studi preliminari e linee guida | 17,8 |
Milestone e Target operativi | % |
Monitoraggio | 8,3 |
Piano di riparto e trasferimenti | 4,2 |
Piano operativo | 4,2 |
Procedure ad evidenza pubblica (≈ appalti) | 53,2 |
Progetti | 30,2 |
La distinzione fatta tra Milestone e Target normativo-amministrativi e Milestone e Target operativi riprende (nelle grandi linee) l’organizzazione del PNRR in Riforme e Investimenti. Le Riforme assorbono il 3% delle risorse del PNRR ma possono avere un grande impatto sistemico su tutti gli attori e territori italiani. Gli Investimenti sono ovviamente più specifici (per quanto anch’essi pensati in termini di impatto sistemico) e assorbono il 97% delle risorse del PNRR (cfr. Tavola 4, pagina 29 del rapporto).
In termini di progettazione, la parte più rilevante è dunque costituita da Milestone e Target operativi, che saranno costituti in ampia parte da procedure ad evidenza pubblica (ovvero, sostanzialmente, da procedure d’appalto) e in buona parte da progetti (rispettivamente 53% e 30% di Milestone e Target operativi).
I dati riportati si riferiscono al totale di Milestone e Target, ovvero a quelli derivanti dalle necessità di monitoraggio dei fondi UE e da quelle derivanti dalle necessità delle amministrazioni italiane e di monitoraggio del Piano Complementare italiano. Restringendo l’analisi ai soli fondi UE la distribuzione non cambia radicalmente, ma vi è un peso superiore della normativa settoriale nell’ambito dei target amministrativi; e degli appalti a scapito dei progetti (rispettivamente 58% e 24%) nell’ambito dei target operativi (cfr. Grafico 13, pagina 65 del rapporto).
Soggetti attuatori a livello nazionale e territoriale
Un secondo aspetto che il rapporto contribuisce a chiarire con alcuni dati di sintesi è chi gestisce i fondi del PNRR, a livello nazionale e territoriale, inclusi eventuali bandi quando previsti nell’ambito dell’intervento (cfr. Tavola 1, pagina 26, Tavola 2, pagina 28 e Tavola 22, pagina 59 del rapporto). In questo senso è necessario fare una distinzione tra due livelli di attuazione:
- Livello (più elevato) dell’Amministrazione titolare (Ministero o struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri responsabile dell’attuazione di riforme e investimenti, sub-investimenti e Misure previsti nel PNRR);
- Livello (più operativo) del Soggetto attuatore (soggetto pubblico o privato responsabile dell’avvio, dell’attuazione e della funzionalità dell’intervento/progetto finanziato dal PNRR e dal Fondo complementare).
I progetti gestiti direttamente dall’Amministrazione titolare sono detti “a titolarità”, quelli gestiti da altri Soggetti attuatori sono detti “a regia”.
Fondi per Soggetto attuatore (PNRR) | Milioni di € | % | ||
---|---|---|---|---|
Ministero | 43.773 | 22,9 | ||
Presidenza del Consiglio | 2.673 | 1,4 | ||
Regione | 24.629 | 12,9 | ||
Comune e Unione di comuni | 34.700 | 18,1 | ||
Ferrovie dello Stato | 25.597 | 13,4 | ||
Società private | 1.800 | 0,9 | ||
Società pubbliche | 14.989 | 7,8 | ||
Ente pubblico | 1.910 | 1,0 | ||
Agenzia nazionale | 21.345 | 11,1 | ||
Autorità indipendente | 1.257 | 0,7 | ||
Ente o autorità portuale | 270 | 0,1 | ||
Ente parco | 100 | 0,1 | ||
Istituto e scuola pubblica | 7.250 | 3,8 | ||
Istituto o ente pubblico di ricerca | 2.560 | 1,3 | ||
Università pubblica | 8.646 | 4,5 | ||
TOTALE | 191.499 | 100,0 | ||
Fondi e interventi per Amministrazione titolare (PNRR+PC) | Milioni di € | % | Interventi | % |
Infrastrutture e mobilità | 49.462 | 22,3 | 65 | 20,3 |
Transizione ecologica | 39.246 | 17,7 | 39 | 12,2 |
Sviluppo economico | 25.041 | 11,3 | 18 | 5,6 |
Salute | 18.013 | 8,1 | 24 | 7,5 |
Istruzione | 17.594 | 7,9 | 16 | 5,0 |
*Innovaz. tecnologica trans. digitale | 15.737 | 7,1 | 34 | 10,6 |
Interno | 12.700 | 5,7 | 6 | 1,9 |
Università e ricerca | 12.232 | 5,5 | 17 | 5,3 |
Lavoro e politiche sociali | 7.250 | 3,3 | 12 | 3,8 |
Cultura | 5.730 | 2,6 | 24 | 7,5 |
Pol. agricole, alimentari e forestali | 4.883 | 2,2 | 5 | 1,6 |
Giustizia | 2.854 | 1,3 | 9 | 2,8 |
Turismo | 2.400 | 1,1 | 14 | 4,4 |
*Terremoti | 1.780 | 0,8 | 1 | 0,3 |
*Sud e coesione territoriale | 1.695 | 0,8 | 6 | 1,9 |
*Pubblica amministrazione | 1.269 | 0,6 | 11 | 3,4 |
Affari esteri e coop. internazionale | 1.200 | 0,5 | 1 | 0,3 |
*Protezione civile | 1.200 | 0,5 | 1 | 0,3 |
*Sport | 700 | 0,3 | 1 | 0,3 |
*Politiche giovanili | 650 | 0,3 | 1 | 0,3 |
Economia e finanze | 340 | 0,2 | 10 | 3,1 |
*Affari regionali e autonomie | 135 | 0,1 | 1 | 0,3 |
*Pari opportunità e famiglia | 10 | 0,0 | 1 | 0,3 |
*Segretariato generale | - | - | 2 | 0,6 |
*Disabilità | - | - | 1 | 0,3 |
TOTALE | 222.121 | 100,0 | 320 | 100,0 |
* nell'ambito della Presidenza del Consiglio |
I dati rivelano che :
- Per quanto la titolarità degli interventi sia interamente affidata a strutture governative nazionali, la loro attuazione è ben distribuita ed è affidata in misura uguale (circa un terzo ciascuno) a Enti centrali (Ministeri, Presidenza del consiglio e Agenzie nazionali), Enti locali (Regioni, Comuni e Unioni di Comuni) e altre entità (Ferrovie dello Stato, società pubbliche e private, altre entità, scuole e istituti) ;
- La titolarità di circa la metà dei fondi e degli interventi è affidata ai Ministeri incaricati delle grandi politiche « macro » del paese e dei grandi progetti infrastrutturali (Ministero per le infrastrutture e la mobilità, Transizione ecologica e Sviluppo economico). Una parte notevole (più di un terzo) è affidata ad altri grandi Ministeri incaricati delle principali politiche tematiche del paese (Salute, Istruzione, Innovazione tecnologica, Interno, Università e ricerca). I ministeri incaricati degli ambiti sociali e più legati al Terzo Settore (Lavoro e politiche sociali, Cultura, Giustizia, Turismo, Sport, Politiche giovanili, ecc.) sono titolari di meno del 10% dei fondi, ma del 20% degli interventi.
Abbiamo fornito all’interno della tabella, sotto forma di link, il riferimento del documento di pianificazione dei fondi per ciascuna Amministrazione titolare (qui tutti i documenti di pianificazione).
I bandi pubblicati dall’inizio fino al 15 marzo 2022
Un’ultima informazione molto interessante è quella relativa ai bandi pubblicati nell’ambito del PNRR, dai suoi inizi fino a metà marzo (cfr. Tavole 14 e 15, pagine 114 e 115 del rapporto). I dati sono suddivisi per localizzazione (nazionale e territoriale) e per categoria di destinatari. Non costituiscono uno schema di previsione, ma soltanto di “dato di fatto” di quanto è stato realizzato finora.
Bandi per destinatario (n°, distrib. %) | Liv. nazionale | Liv. territoriale | Totale |
---|---|---|---|
Enti territoriali | 1,4% | 20,5% | 21,9% |
Ambiti Soc. Terr. (Min. del Lavoro) | - | 4,1% | 4,1% |
Enti pubblici economici | 0,7% | - | 0,7% |
Autorità di Sistema Portuale | - | 0,7% | 0,7% |
Istituzioni di ricerca | 0,7% | 4,1% | 4,8% |
Vari Pubblico Privato | 2,7% | 2,1% | 4,8% |
Farmacie rurali | 0,7% | - | 0,7% |
Privati | 57,5% | 3,4% | 61,0% |
Amministrazioni centrali | 1,4% | - | 1,4% |
TOTALE | 65,2% | 34,9% | 100,1% |
Bandi per destinatario (€, distrib. %) | Liv. nazionale | Liv. territoriale | Totale |
Enti territoriali | 2,5% | 36,9% | 39,4% |
Ambiti Soc. Terr. (Min. del Lavoro) | - | 4,0% | 4,0% |
Enti pubblici economici | 1,4% | - | 1,4% |
Autorità di Sistema Portuale | - | 0,7% | 0,7% |
Istituzioni di ricerca | 0,0% | 15,1% | 15,2% |
Vari Pubblico Privato | 0,9% | 2,4% | 3,3% |
Farmacie rurali | 0,3% | - | 0,3% |
Privati | 32,5% | 3,0% | 35,6% |
Amministrazioni centrali | 0,1% | - | 0,1% |
TOTALE | 37,8% | 62,2% | 100,0% |
I dati mostrano una situazione molto polarizzata, con tre categorie di beneficiari destinatari di circa il 90% dei bandi e del rispettivo ammontare in fondi: Privati (circa 2/3 dei bandi e 1/3 del budget), Enti territoriali (circa 20% e 40% di bandi e budget) e Istituzioni di ricerca (circa 5% dei bandi e 15% del budget). Questa distribuzione riflette le priorità dell’attuale fase di avvio del PNRR, concentrate sugli interventi preparatori, materiali e infrastrutturali.
Panoramica degli interventi più rappresentativi per missione
Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura)
Nella missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” sono almeno due i progetti ad elevato impatto.
- Il primo riguarda la cosiddetta Transizione 4.0 con la previsione di misure di crediti di imposta sui beni strumentali. Trattasi di agevolazioni fiscali che mirano a promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi. Rispetto al precedente programma (Industria 4.0 del 2017) il nuovo si differenzia per alcune novità: i) sostituzione dell’iper-ammortamento con appositi crediti fiscali di entità variabile a seconda dell’ammontare dell’investimento; ii) il riconoscimento del credito in tutto il biennio 2021-2022; iii) l’estensione degli investimenti immateriali agevolabili e l’aumento delle percentuali di credito edell’ammontare massimo di investimenti incentivati. In questo quadro sono previste tre tipologie di crediti di imposta alle imprese: quello per i beni materiali 4.0 e immateriali,quello per le attività di R&S&I e quello per le attività di formazione 4.0.
- Il secondo intervento risponde all’obiettivo di sviluppare le reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G) con il cosiddetto Piano Italia a 1 Gbps che consiste nel garantire, tra l’altro, connettività efficiente a 8,5 milioni di famiglie e imprese.
Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica)
Per quanto riguarda la missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” spiccano per il loro rilievo finanziario l’intervento relativo ad Ecobonus e Sismabonus e gli interventi finalizzati alla valorizzazione territoriale e all’efficientamento energetico dei Comuni.
- Sul primo fronte si ricorda che le misure sono finalizzate a migliorare l’efficienza e la sicurezza del patrimonio edilizio, anche al fine di contribuire all’obiettivo della decarbonizzazione completa del settore civile prevista dai protocolli internazionali per il 2050. Lo strumento prescelto è, come è noto, un super credito di imposta del 110 per cento, misura introdotta per la prima volta con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cd decreto “Rilancio”).
- Sul secondo fronte, è previsto un insieme eterogeneo di interventi da effettuare nelle aree urbane che riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica. In generale, si tratta di misure volte principalmente a migliorare l’efficienza nella gestione delle risorse idriche e comprende anche una serie di misure volte a semplificare la concezione e l’attuazione di progetti relativi alle infrastrutture idriche e alla gestione e riduzione dei rischi idrologici.
Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile)
Nell’ambito della missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” sono naturalmente di grande rilievo le misure riguardanti gli investimenti sulla rete ferroviaria e segnatamente gli interventi nel settore ferroviario per l’alta velocità (merci e passeggeri) nel Nord e nel Sud, per lo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario, per il rafforzamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave. Va ricordato che si tratta di interventi già avviati che con il PNRR beneficiano di una ulteriore spinta sotto l’aspetto finanziario anche con riguardo a progetti nuovi che si intendono realizzare. Non meno importanti sono gli investimenti, seppur di minore impatto finanziario, previsti per alcuni collegamenti ferroviari sulla diagonale Ovest/est della penisola e per il potenziamento e l’elettrificazione delle ferrovie del sud.
Missione 4 (Istruzione e ricerca)
Quanto alla missione 4 “Istruzione e ricerca” vengono in particolare rilievo gli interventi volti al contrasto del rischio di denatalità e al sostegno della famiglia attraverso la realizzazione di un Piano asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia, nonché del Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica.
- Sulla prima direttrice si muovono i progetti che puntano alla costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia. L’idea di fondo, che emerge sempre più da una serie di studi empirici avanzati, è che l’offerta educativa vada potenziata sin dalla prima infanzia per offrire un aiuto concreto alle famiglie contrastando ad un tempo il rischio della povertà educativa e quello della permanenza dell’Italia in una zona che vede la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
- Sul secondo fronte si punta ad accrescere la qualità degli edifici scolastici, a partire dal miglioramento delle relative classi energetiche oltre all’accrescimento dell’affidabilità strutturale degli edifici anche sotto il profilo antisismico.
Missione 5 (Inclusione e coesione)
Per quel che riguarda la missione 5 “Inclusione e coesione” sono certamente di rilievo, questa volta attraverso interventi di riforma piuttosto che investimenti in senso stretto, quelli per lo sviluppo delle Politiche attive del lavoro e quelli nel campo della rigenerazione urbana e dell’housing sociale.
- Circa il primo, sono ben note le carenze del Paese in termini di orientamento alle politiche attive ed una certa propensione, anche prima della pandemia, a privilegiare le politiche passive, come ampiamente mostrano i dati dell’OCSE. Con gli interventi consentiti dal PNRR si progetta un rilevante passo in avanti lungo una strada che aveva già visto negli ultimi anni una crescita degli stanziamenti di bilancio. L’auspicio e l’obiettivo è anche quello di far fronte ai problemi vecchi e nuovi, generati in tale ultimo caso dalla pandemia, relativi alla talvolta rapida obsolescenza delle competenze dei lavoratori ed alle relative difficoltà di reimpiego dopo crisi di impresa importanti. Il potenziamento delle politiche attive deve contribuire a ridurre il numero di NEET (giovani che non studiano e non lavorano), fra i quali si registra peraltro anche un significativo divario di genere.
- Con riferimento al secondo fronte un ruolo importante sarà esercitato dai progetti per il rafforzamento delle “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, finalizzati a fornire sovvenzioni ai Comuni.
Missione 6 (Salute)
Circa, infine, la missione 6 “Salute” gli interventi di maggiore rilevanza finanziaria e rappresentatività dello sforzo finalizzato a creare un sistema sanitario più resiliente ai rischi palesati dalla pandemia puntano, da un lato, al rafforzamento dell’assistenza territoriale, anche attraverso un rilevante impulso alla telemedicina, e, dall’altro, all’aggiornamento e al rafforzamento tecnologico delle strutture ospedaliere.
- Del primo fronte di misure rappresentano elementi portanti le Case della comunità, gli Ospedali di comunità e il potenziamento e l’ammodernamento delle cure domiciliari. L’obiettivo è finanziare progetti che permetteranno l’interazione, la diagnostica e il monitoraggio a distanza del medico sul paziente, oltre che l’accesso remoto a referti diagnostici.
- Il secondo insieme di interventi punta all’aggiornamento e al rafforzamento strutturale delle strutture ospedaliere, ma anche ad un rafforzamento delle connesse infrastrutture tecnologiche. Attraverso l’adozione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate e il potenziamento del patrimonio digitale delle strutture sanitarie pubbliche, l’investimento mira al miglioramento dell’efficienza dei livelli assistenziali e all’adeguamento delle strutture e dei modelli organizzativi ai migliori standard di sicurezza internazionali.
Altri interventi
Oltre alle misure fin qui rapidamente passate in rassegna, e che spiccano, come detto, anche per la loro portata finanziaria, il Piano presenta un numero importante di progetti spesso più modesti, sotto il profilo quantitativo, ma assai significativi per il ruolo che potranno svolgere nel rilancio della produttività e della competitività delle imprese, nonché di una crescita dell’economia italiana più sostenuta, duratura ed inclusiva.
Si tratta di misure variegate che vanno da quelle a sostegno del turismo e per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, a quelle per il rafforzamento delle competenze digitali,da quelle, nel settore agricolo, per lo sviluppo della filiera agroalimentare sostenibile, a quelle che incentivano la produzione di energia rinnovabile.